Comunicare in modo assertivo: 5 suggerimenti

Comunicare in modo assertivo: 5 suggerimenti.

 

 

 

Serena non è capace di dire di no. Ogni volta che qualcuno le chiede un favore o la invita da qualche parte, lei si sente in dovere di accettare, anche se non ne ha la minima voglia. Se è in fila alla cassa e qualcuno le passa davanti, lei fa finta di niente, limitandosi a rivolgere occhiatacce e a sentire montare la rabbia. Se le spetta un rimborso ma l’operatore non glielo vuole concedere, si ritira in buon ordine, magari raccontandosi che “non vale la pena sporcarsi per venti euro”. Se il suo capo le chiede di fare l’ennesimo straordinario, lei si sente in obbligo ad obbedire.

 

Francesca non se ne fa passare una. Sembra sempre in guerra con il mondo. Ogni conversazione è un potenziale campo minato per lei, ogni obiezione o espressione di un punto di vista alternativo al suo la porta ad esplodere. Gli amici stanno molto attenti a quello che dicono in sua presenza e sempre più spesso evitano proprio di invitarla, anche perché vuole fare solo quello che piace a lei, senza venire in contro alle esigenze o ai gusti degli altri. Anche sul lavoro ha dei problemi perché non accetta che i suoi superiori vogliano le pratiche svolte in un certo modo, secondo lei le tempistiche di consegna sono completamente sbagliate e si ostina a lavorare con i suoi ritmi, non quelli dell’azienda.

 

Serena e Francesca sono due facce della stessa medaglia: entrambe non si pongono in modo assertivo, una ha uno stile comunicativo passivo, l’altra si pone in modo aggressivo.

Chi si comporta come Serena spesso vive con la costante paura di essere giudicato negativamente e non accettato, con la convinzione di essere incapace di gestire i conflitti con gli altri e  che i propri diritti, i propri bisogni  e le proprie idee siano in qualche maniera “inferiori” o meno importanti o comunque posticipabili rispetto a quelli degli altri.

Le persone come Francesca si situano invece all’opposto di questo continuum tra passività e aggressività: c’è una grande difficoltà a considerare i punti di vista altrui nella convinzione che i propri siano migliori accompagnata dalla tendenza a sminuire e minimizzare il valore e le competenze degli altri. Gli errori vengono spesso attribuiti all’esterno ed è presente una grande rigidità che non permette di valutare il contesto né di distinguere le proprie opinioni dalla realtà oggettiva.

In medio stat virtus, dicevano i latini ed è qui che si situa l’assertività, nell’area intermedia tra la passività e l’aggressività. L’assertività è quindi la capacità di esprimere le proprie emozioni senza farsi trascinare da esse, di difendere i propri diritti, di esprimere la propria opinione anche se è in disaccordo con quella degli altri, di rispettare le proprie convinzioni facendo lo stesso con quelle altrui.

Queste caratteristiche rendono subito evidente lo stretto legame tra assertività e autostima: più l’autostima è alta (e sana) più verrà spontaneo adottare uno stile comunicativo assertivo perché si darà per scontata la propria capacità di reggere i conflitti, non si avrà bisogno dello sguardo dell’altro per avere fiducia in sé stessi e nei propri mezzi, verrà naturale sottolineare gli aspetti positivi dell’esperienza che si sta vivendo, sarà chiara la consapevolezza dei propri diritti e il rispetto per sé e per gli altri.

E se la tua autostima è bassa, come spezzare il circolo vizioso (Bassa autostima > scarsa capacità di ascoltarsi e provvedere a sé stessi in modo sano > passività/aggressività > frustrazione (“Non sono capace/Gli altri non mi capiscono”) > bassa autostima) ? Prendendosi la responsabilità di quanto accade.

Finchè diamo la colpa alla timidezza, agli altri, alle circostanze, al nostro passato, non potremmo mai cambiare realmente le cose perché non ci consideriamo soggetti attivi ma solo vittime passive. Comunicare in modo assertivo è un’abilità che può essere imparata. Lo scopo non è quello di convincere gli altri o di ottenere tutto quello che vuoi ma quello di aumentare il senso di padronanza sulla tua vita e la serenità nei rapporti interpersonali.

Come si parla in modo assertivo?

  1. Mettiti al centro del discorso. Parla di come TU ti senti, di quello che TU stai provando, di quello che TU vorresti. Se inizi accusando l’altro, si metterà sulla difensiva e quasi sicuramente ti risponderà in malo modo.
  2. Non interpretare il comportamento dell’altro e non generalizzare. Parla solo di ciò che vedi o di ciò che è successo in modo oggettivo. Quindi non “Non ti interessa mai niente di quello che faccio!” ma “Quando guardi il cellulare mentre ti parlo mi sento proprio poco importante per te”.

Non siamo telepatici, non abbiamo modo di capire quello che l’altro pensa se non ce lo dice e naturalmente questo vale anche al contrario: non possiamo pretendere che l’altro sappia come ci sentiamo se non glielo comunichiamo. Sii chiaro, onesto, specifico, racconta come ti senti così da dare modo all’altro di capire realmente come stai.

  1. Abituati ad ascoltarti. Quando ti chiedono un favore o ricevi un invito, prenditi del tempo per capire se davvero vuoi accettare, non lanciarti subito in una risposta affermativa perché hai paura di apparire maleducato o perché “si deve dire di sì”. Anzi, rispettare i propri limiti e i propri gusti (e comunicarlo agli altri) ci aiuta a rendere le nostre relazioni più autentiche e sane.

Se l’altro non accetta il tuo no, rimani sulla tua posizione senza fornire spiegazioni che non sei tenuto a dare (abbiamo tutto il diritto di dire no, in ogni situazione!). Nel caso l’altro si arrabbiasse o ci restasse male, tu non hai nessuna colpa. Non puoi controllare i sentimenti o i comportamenti degli altri, sei responsabile solo dei tuoi, gli altri lo saranno dei loro.

  1. 4. Non è importante solo quello che dici ma anche COME lo dici. Ricorda di non parlare velocemente magari mangiandoti le parole: parlare lentamente, articolando bene parole e frasi dà la sensazione, prima di tutto a te stesso, che quello che dici ha importanza. Se vieni interrotto, non alzare la voce ma fallo notare dicendo qualcosa di semplice come: “Non ho finito”.
  2. Datti tempo. Come per tutte le abitudini, all’inizio sarà faticoso agire in maniera diversa dal solito. Inizia da piccole cose, accetta di sentire disagio e imbarazzo: non sono sempre la spia di qualcosa di sbagliato, neanche se quello che stai dicendo finirà per scontentare qualcuno, ma le emozioni normali che sentiamo quando usciamo dalla nostra zona di confort. Più farai pratica più ti verrà naturale e quelle sensazioni si faranno sentire sempre meno.

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